Un’esclusiva che non potete assolutamente lasciarvi sfuggire: Lorenzo Fragola si racconta ai microfoni della nostra inviata, Selenia Orzella. E risponde alle domande dei fan
Dopo il Festival di Sanremo, dove l’ho conosciuto, mi è piaciuto così tanto che Lorenzo Fragola è ancora una volta con noi con Zero Gravity (il suo nuovo album, ndr). Benvenuto e bentornato! Parliamo – scherzi a parte – del tuo secondo album. Per descriverlo in qualche modo vorrei partire da una tua dichiarazione: «Ho passato notti insonni. Ho sperimentato. Ho creduto in ogni idea che mi passava per la testa».
«Ho già detto tutto allora. Abbiamo lavorato tanto ed è stato un lavoro in cui non avevamo vincoli temporali o degli argomenti già prestabiliti. Quindi siamo stati molto liberi. E proprio per essere molto liberi abbiamo dovuto lavorare per molto tempo: ecco le notti insonni a cui mi riferivo. Ho sperimentato tanto perché volevamo creare qualcosa che fosse più vicina al mio gusto personale, che fosse più moderna. Abbiamo provato 7 o 8 arrangiamenti per ogni canzone; abbiamo usato molto tempo per portare avanti un’idea. Se poi ci convinceva, la lasciavamo così; altrimenti sperimentavamo ancora e cambiavamo. Ci sono più influenze musicali, diversi tipi di scrittura…».
Quindi la parola d’ordine è libertà.
«Direi di sì, è la parola giusta».
E anche libertà di lanciare i tuoi pezzi. Perché dopo Infinite volte, che abbiamo ascoltato a Sanremo, hai fatto uscire tre videoclip di tre brani insieme. Qualcosa che in Italia non accade mai: di solito si aspetta che si esaurisca il percorso di un brano e poi si passa al singolo dopo.
«Sì, mi hanno anche spiegato come funziona la “vita di un singolo”. Ma la verità è semplicemente che questo album è per me un mondo nuovo. Quindi volevo che fosse diverso anche il modo in cui poteva arrivare alla gente. Abbiamo deciso di girare tre video prima dell’album e sono tre video con la formula del count down. È una caratteristica che appartiene molto al mondo del rap, penso che nel mondo pop non lo abbia mai fatto nessuno. Mi è venuta quest’idea perché volevo che il pubblico ricevesse qualche input prima dell’uscita di Zero Gravity e che si capisse che si tratta di un mondo nuovo».
Domande fan: ce ne sono tante, ma te ne posso fare solo alcune. Roberta, per esempio, ne ha inviate un centinaio e tra le sue ho scelto questa: «Non ti rigrazierò mai abbastanza per aver scelto la Donna cannone per il Festival. Ho 13 anni ma amo ugualmente quella canzone, l’hai resa ancora più bella. Quale pensi che sia la parte più importante nel rendere tua una cover?».
«Intanto un ciao a Roberta. La parte più difficile di una cover è mantenere l’essenza con cui è stata scritta, perché – ne parlavo a Sanremo proprio con Ruggeri – la verità è che quando prendi in mano un brano scritto da un’altra persona, bisogna sempre tenere presenti lo spirito e le intenzioni con cui è stato scritto. Poi bisogna mettere qualcosa di sé ma non tanto per modificare l’intenzione originaria, quanto per esprimerla facendola propria. È qualcosa di veramente difficile e ci si riesce solamente credendo in ciò che si canta. Se ti piace raccontare una storia e la racconti credendoci fortemente, allora riuscirai a farla tua. Non so se è questa la formula, ma io faccio così».
Marilena ti scrive: «Da siciliana ti chiedo se c’è un luogo di Catania che ti manca particolarmente quando sei lontano e in cui ami tornare quando hai del tempo libero?».
«Sì, più di uno credo. Forse torno più volentieri in tutti i paesini di mare come Aci Trezza o Aci Castello, che se anche non sono proprio Catania sono in provincia di Catania: sono posti in cui ho passato tutta la mia infanzia, quindi in qualche modo quando torno vorrei sentire quella sensazione di famigliarità».
Visto che sei molto bravo con gli hashtag – #fuoricèilsole, chi non la conosce? –, dacci qualche hashtag da lanciare su Twitter per il momento che stai vivendo ora e per questo disco.
«In un primo momento mi verrebbe da dire #libertà. Ma non rende abbastanza. Allora lancerei un #solobellecose!».
Quindi #solobellecose. Ma non ci aggiungiamo #LorenzoFragola, #ZeroGravity.
«#grazie!»